Eppure, anche se scarseggiano, non si può dire che i momenti di gloria siano del tutto assenti da questi mesi di confusa transizione. L'ultimo capitolo nella mia storia accademica è stato archiviato con un risultato inaspettatamente convincente, che ha addirittura prodotto un fugace "ma se tornassi sui libri?" (subito zittito dalla pila di bollette sulla scrivania). I dovuti festeggiamenti saranno allegramente accodati alle liete festività che riempiranno il mio imminente soggiorno in patria.
A essere sincera speravo di poter arrivare al traguardo dell'anno nuovo con dei piani un po' più definiti, su diversi livelli. Ma continuo a credere di aver fatto, se non proprio tutto, parecchio di quello che era in mio potere per sbrogliare le matasse. E poi ci sono i movimenti imprevedibili di particelle disordinate per cui mi rifiuto di addossarmi responsabilità e preferisco concordare con le mie muse che ci vedono solo "un'inspiegabile sequenza di fenomeni atipici" (per dirla in maniera educata). Bisogna solo evitare di fantasticare troppo su codeste particelle che decidono finalmente di percorrere strade sensate. Mentre quelle si perdono in girovagamenti su scala mondiale, io mi rimetto volentieri alla guida.
(E qui parte Nightcall dalla colonna sonora di Driver, applausi!)