Procurarsi: 300 g di concentrazione, una confezione di ottimismo, due barattoli di buona volontà, un sacchetto di distrazioni (quelle buone però), 1.5 lt di menefreghismo, un pacco famiglia di pazienza e, possibilmente, un campioncino omaggio di fortuna.
Per un po' dovrebbe bastare.
mercoledì 17 marzo 2010
martedì 16 marzo 2010
Shutter Island (2010)
L'indagine sulla sparizione di una paziente/detenuta da un istituto psichiatrico criminale è l'incarico ideale per Teddy Daniels (Leonardo Di Caprio). Un'occasione unica per mettere piede sui tetri scogli di Shutter Island e fare luce su una vicenda parecchio intricata, che si intreccia paurosamente con i fantasmi del passato dello stesso giovane detective. Affiancato dal solidale Chuck (Mark Ruffalo), Tedd deve ricorrere a tutta la sua testarda risoluzione per onorare la ricerca della verità, ostacolata da una violenta tempesta che minaccia i contatti con la terraferma e dalla sinistra omertà del personale sanitario, psichiatri e infermieri troppo gelosi dei loro segreti professionali per non suscitare sospetti. Scorsese si avventura in un territorio insolito, tracciando una linea narrativa sul filo del rasoio tra realtà e immaginazione. L'ambientazione in un microcosmo di follia, dove non ha più senso distinguere il normale dall'insolito, è resa ancora più inquietante da un crescendo di allucinazioni e incubi che traggono linfa dai traumi e dal precario stato di salute del protagonista, fino a giungere alla seconda parte del film, dove le coordinate di realtà implodono definitivamente. Un film magistralmente diretto e scenicamente impeccabile, la cui forza risiede anche nella credibilità delle interpretazioni. Se proprio vogliamo trovargli un difetto, il dosaggio dei momenti onirici risulta talvolta eccessivo nella prima metà del film, mentre è perfettamente giustificato man mano che ci si avvicina al finale destabilizzante. A fianco del discorso sottointeso sulla relatività di sanità e follia, il dipanarsi della trama apre rilevanti interrogativi morali ("Cosa sarebbe peggio, vivere da mostro o morire da uomo buono?") che istituiscono un parallelo tra i crimini nazisti e i rischi che questi vengano ripetuti in nome della ricerca scientifica. Ma Scorsese è ben lontano da propinarci una lezioncina, preferendo invece regalarci due ore e mezza di affascinante inquietudine.
(Contenta di non averlo visto a casa da sola...)
(Contenta di non averlo visto a casa da sola...)
mercoledì 10 marzo 2010
ho scoperto david foster wallace
L'ho avvicinato con una raccolta di racconti, La ragazza con i capelli strani. Di solito non prediligo i racconti brevi: richiedono uno sforzo più intenso per entrare nelle storie che si aprono e abbandonare quelle che si chiudono. Ma qui la fatica è ripagata abbondantemente. Una scrittura nitida, graffiante, disarmante nella sua onestà. Difficilissima da descrivere (ma che senso avrebbe, poi?).
Poi scopro che è riconosciuto come un genio della nuova generazione di scrittori americani. Che il suo capolavoro ha 1400 pagine (e sarà presto nelle mie mani). E che si è suicidato due anni fa.
E' un peccato iniziare a conoscere un autore quando si sa la sua opera è già stata scritta interamente, definitivamente.
Poi scopro che è riconosciuto come un genio della nuova generazione di scrittori americani. Che il suo capolavoro ha 1400 pagine (e sarà presto nelle mie mani). E che si è suicidato due anni fa.
E' un peccato iniziare a conoscere un autore quando si sa la sua opera è già stata scritta interamente, definitivamente.
martedì 9 marzo 2010
Alice in Wonderland (2010)
Non so se sia colpa dell'hype mondiale, delle aspettative eccessive o del peso di nomi come Burton, Depp e Lewis Carroll. Ma di certo Alice in Wonderland è una delusione colossale.
L'invito a seguire un'Alice cresciuta, infelice promessa sposa, correre dietro al Bianconiglio e ritrovarsi di nuovo nel mondo all'incontrario dei suoi sogni da bambina, non ha certo l'appeal della fiaba originale e nemmeno dell'incantevole film d'animazione che Disney ne aveva tratto nei primi anni Cinquanta. Ci si affida a una zoppicante formula di sequel, dietro alla quale però si nasconde un pasticcio informe, in cui riconosciamo solo i nomi e le sembianze dei vecchi personaggi, come pallide comparse in un parco a tema. Svanita l'aura di geniale nonsense che accompagnava creature, invenzioni, dialoghi e giochi di parole, rimane una trama ordinaria da avventura fantasy per ragazzi, con echi dal Mago di Oz e ingenti prestiti dalle Cronache di Narnia. E' difficile anche trovare un messaggio edificante: lo spensierato invito alla follia e al sogno senza freni fa fatica a uscire dalle frasi dei personaggi e pervadere il resto del film. Chi attendeva grandi cose dal connubio tra il capolavoro vittoriano di Lewis Carroll e l'immaginario dark di Tim Burton, si è trovato davanti un film sì curato dal punto di vista visivo, ma senza idee particolarmente geniali, e ulteriormente appesantito da un uso troppo mercenario del 3D.
Forse è vero che tornare da adulti nel Paese delle Meraviglie non fa più lo stesso effetto.
L'invito a seguire un'Alice cresciuta, infelice promessa sposa, correre dietro al Bianconiglio e ritrovarsi di nuovo nel mondo all'incontrario dei suoi sogni da bambina, non ha certo l'appeal della fiaba originale e nemmeno dell'incantevole film d'animazione che Disney ne aveva tratto nei primi anni Cinquanta. Ci si affida a una zoppicante formula di sequel, dietro alla quale però si nasconde un pasticcio informe, in cui riconosciamo solo i nomi e le sembianze dei vecchi personaggi, come pallide comparse in un parco a tema. Svanita l'aura di geniale nonsense che accompagnava creature, invenzioni, dialoghi e giochi di parole, rimane una trama ordinaria da avventura fantasy per ragazzi, con echi dal Mago di Oz e ingenti prestiti dalle Cronache di Narnia. E' difficile anche trovare un messaggio edificante: lo spensierato invito alla follia e al sogno senza freni fa fatica a uscire dalle frasi dei personaggi e pervadere il resto del film. Chi attendeva grandi cose dal connubio tra il capolavoro vittoriano di Lewis Carroll e l'immaginario dark di Tim Burton, si è trovato davanti un film sì curato dal punto di vista visivo, ma senza idee particolarmente geniali, e ulteriormente appesantito da un uso troppo mercenario del 3D.
Forse è vero che tornare da adulti nel Paese delle Meraviglie non fa più lo stesso effetto.
giovedì 4 marzo 2010
"I am your passenger"
Sentirsi passeggeri delle vite degli altri. Ma se iniziassi a guidare io?
Here I lay
Still and breathless
Just like always
Still I want some more
Mirrors sideways
Who cares what's behind
Just like always
Still your passenger
Chrome buttons, buckles and leather surfaces
These and other lucky witnesses
Now to calm me
This time won't you please
Drive faster
Roll the windows down
This cool night air is curious
Let the whole world look in
Who cares who sees anything
I'm your passenger
I'm your passenger
Drop these down and
Put them on me
Nice cool seats
There to cushion your knees
Now to calm me
Take me around again
Just don't pull over
This time would you please drive faster
Roll the windows down
This cool night air is curious
Let the whole world look in
Who cares who sees what tonight
Roll these misty windows down
To catch my breath
And then go and go and go just drive me
Home and back again
Here I lay just like always
Don't let me go
Take me to the edge
(Deftones ft. Maynard - Passenger)
Here I lay
Still and breathless
Just like always
Still I want some more
Mirrors sideways
Who cares what's behind
Just like always
Still your passenger
Chrome buttons, buckles and leather surfaces
These and other lucky witnesses
Now to calm me
This time won't you please
Drive faster
Roll the windows down
This cool night air is curious
Let the whole world look in
Who cares who sees anything
I'm your passenger
I'm your passenger
Drop these down and
Put them on me
Nice cool seats
There to cushion your knees
Now to calm me
Take me around again
Just don't pull over
This time would you please drive faster
Roll the windows down
This cool night air is curious
Let the whole world look in
Who cares who sees what tonight
Roll these misty windows down
To catch my breath
And then go and go and go just drive me
Home and back again
Here I lay just like always
Don't let me go
Take me to the edge
(Deftones ft. Maynard - Passenger)
mercoledì 3 marzo 2010
profeti pendolari
Un amabile vecchino, stile nonno da pubblicità, seduto di fronte a me sul treno:
(guardando la prima pagina del giornale locale): Ancora licenziamenti... Oh, santo cielo, dove stiamo finendo.
...
E poi questi terremoti, tutte le catastrofi... Qua mi sa che la fine è vicina! (ridacchia)
...
(alzandosi e guardando me e il ragazzo seduto di fianco) Beh, devo proprio fare gli auguri a voi giovani. Perché, in fondo... voi avete tutto, ma in realtà non avete proprio niente.
Saluta e scende.
Bello iniziare la giornata con un incoraggiamento positivo!
Crisi di qua, crisi di là... rivendico il diritto a ritagliarmi la mia personale crisi privata.
(guardando la prima pagina del giornale locale): Ancora licenziamenti... Oh, santo cielo, dove stiamo finendo.
...
E poi questi terremoti, tutte le catastrofi... Qua mi sa che la fine è vicina! (ridacchia)
...
(alzandosi e guardando me e il ragazzo seduto di fianco) Beh, devo proprio fare gli auguri a voi giovani. Perché, in fondo... voi avete tutto, ma in realtà non avete proprio niente.
Saluta e scende.
Bello iniziare la giornata con un incoraggiamento positivo!
Crisi di qua, crisi di là... rivendico il diritto a ritagliarmi la mia personale crisi privata.
Iscriviti a:
Post (Atom)