Aspetto con ansia (stranamente) il momento in cui metterò il primo piede sul suolo natio e una buona percentuale delle mie preoccupazioni si farà da parte. Raramente ho attraversato periodi di cotale stress. Ho una faccia che chiede pietà, le occhiaie stanno assumendo sfumature violacee mai viste prima.
In metro si vedono scene bizzarre. Un ragazzo cammina nervosamente lungo il binario, avanti e indietro, con un'espressione sconvolta; quasi mi aspetto che si lanci sotto il treno quando arriva (il che non sarebbe inusuale considerata la cronaca recente). Salito sulla carrozza non si siede, rimane in piedi, come sulle spine. A un certo punto legge qualcosa sul cellulare. Il viso gli si illumina. Non riesce a contenere un sorriso che si allarga a dismisura. Continua a sorridere per minuti. Sorride anche quando scende. Sarebbe stato bello conoscere la ragione di tanta estemporanea felicità. Avrei condiviso volentieri.
Di fronte a me, un anziano signore indiano, con i capelli grigi crespi ed elettrici come uno scienziato pazzo dei cartoni animati. In mano un giornale free press. Di fianco, un ragazzo nero, vestito elegante, sfoglia un libro. Poi allunga l'occhio sui titoli del giornale del vicino. Il quale, furtivamente, fa lo stesso sbirciando le pagine del libro. Cercano di rubarsi le letture a vicenda, ma cercano di dissimularlo con nonchalance. Fanno una tenerezza incredibile.
Oggi sono stata ancora in biblioteca fino alle 21. In università dalle 9.30, record personale. Ma probabilmente quando uno passa in rassegna tutti gli scaffali di Film Studies, tira fuori decine di libri per sfogliarli febbrilmente, con una strana voglia di rubarli e portarseli a casa, vuol dire che qualcosa gira per il verso giusto.
lunedì 13 dicembre 2010
domenica 26 settembre 2010
London, UK
Eccomi qui. Inizia l'avventura tanto attesa, la svolta a cui puntavo. Ho una casetta dove vivere, che giorno dopo giorno diventa sempre più accogliente e mia (nonostante sospetti che le pulizie si protrarranno per mesi: abbiamo già destato sorpresa per quanto siamo clean), gli eventi della prima settimana in università mi hanno dato l'impressione di un luogo fantastico per studiare, imparare e fare esperienze, e di certo Londra non è una città dove sia permesso annoiarsi o lamentarsi dell'assenza di chance.
Non vedo l'ora di tuffarmi nella sfida: se da un lato potrei sfruttare questi giorni più rilassati per ambientarmi a ritmo soft, dall'altro una parte di me vorrebbe già iniziare a misurarsi con le innumerevoli sfide che si presenteranno.
Avrei consacrato volentieri la prima domenica londinese a un sano e tradizionale giro turistico, ma questa gelida pioggerella mi sta facendo desistere. Qualcosa a cui dovrò abituarmi alla svelta, immagino. Ma nel frattempo mi butterò su un filmetto, nel tentativo di fornire più inglese possibile al mio cervello, che sembra ancora confuso per i continui switch linguistici ("Dobbiamo prendere il twentynove." "Don't dirmelo!").
E infine... contenta di vedere che le comunicazioni con la base funzionano. Diversamente da due anni fa, stavolta non c'è volontà di distacco totale. Mi manca quella spinta istintiva al taglio dei contatti, all'archiviazione definitiva di una parte di me. Ora vediamo come funzionerà questa parziale continuità.
Non vedo l'ora di tuffarmi nella sfida: se da un lato potrei sfruttare questi giorni più rilassati per ambientarmi a ritmo soft, dall'altro una parte di me vorrebbe già iniziare a misurarsi con le innumerevoli sfide che si presenteranno.
Avrei consacrato volentieri la prima domenica londinese a un sano e tradizionale giro turistico, ma questa gelida pioggerella mi sta facendo desistere. Qualcosa a cui dovrò abituarmi alla svelta, immagino. Ma nel frattempo mi butterò su un filmetto, nel tentativo di fornire più inglese possibile al mio cervello, che sembra ancora confuso per i continui switch linguistici ("Dobbiamo prendere il twentynove." "Don't dirmelo!").
E infine... contenta di vedere che le comunicazioni con la base funzionano. Diversamente da due anni fa, stavolta non c'è volontà di distacco totale. Mi manca quella spinta istintiva al taglio dei contatti, all'archiviazione definitiva di una parte di me. Ora vediamo come funzionerà questa parziale continuità.
giovedì 16 settembre 2010
sometimes i feel like crying myself to sleep
Siamo fatti anche di questi momenti. Di blocchi emotivi, di tristezza trattenuta, di lacrime furtive. Di stupido orgoglio, di ottusa finta indifferenza. Di terribile paura. Non abbiamo soluzioni ottimali, non sappiamo essere razionali e complichiamo tutto anche quando vorremmo il contrario. Siamo pelle, carne, ossa e sangue, non plastica perfetta. Inseguiamo disperatamente certi attimi di felicità che poi ci scivolano tra le dita. Leghiamo l'anima a una parola o un gesto che ci possono slanciare verso l'alto o trascinare nell'abisso. Vogliamo e viviamo per volere ma ciò che vogliamo è il nostro più grande timore. Eppure, anche dopo la caduta nello sconforto, anche dopo lo scontro con l'errore e il dolore, rialziamo la testa, prendiamo fiato e ricominciamo la marcia. Perché anche questi momenti sono parte di noi.
venerdì 3 settembre 2010
happiness is real only when shared
E' bello gioire per i propri momenti felici, ma è altrettanto piacevole quando si partecipa spontaneamente e genuinamente alla felicità altrui...
Siamo giovani, siamo motivati, abbiamo un intero mondo davanti.
Momenti di esaltazione da cavalcare a testa alta.
E tra 18 giorni si spicca il volo...
Siamo giovani, siamo motivati, abbiamo un intero mondo davanti.
Momenti di esaltazione da cavalcare a testa alta.
E tra 18 giorni si spicca il volo...
venerdì 21 maggio 2010
Shiver
Leggere il passaggio finale di La strada, il romanzo più grigio e agghiacciantemente senza speranza che io abbia mai letto, sul terrazzo all'ora del tramonto, finendo l'ultima riga proprio quando il sole sparisce dietro alle montagne.
Ora ditemi se non è un momento da brividi.
Ora ditemi se non è un momento da brividi.
lunedì 10 maggio 2010
Meteoropatia
10 Maggio. Dieci giorni ininterrotti di pioggia, temporali, grigia nebbiolina. Giro per casa con il maglione, esco con giacca, sciarpa e ombrello obbligatorio. E inizio a dimenticarmi la sensazione del sole sulla pelle. Altro che prepararsi all'estate... sembrerebbe più che altro un'occasione non richiesta per abituarmi all'English weather.
Il problema è la meteoropatia. Questi sbalzi d'umore profondi e ravvicinati non aiutano di certo. E' facile perdere i riferimenti e lasciarsi andare a un tedio pericoloso e inutile. Ma questa settimana ci sono delle scelte cruciali da fare, ed è essenziale mantenersi lucidi ed attivi. Persino aggressivi, direi.
In fin dei conti posso comunque contare su preziosi momenti di splendida scelleratezza, come ricariche periodiche di energia senza nome. Senza farsi domande, senza immaginare il dopo. Vivendoli, e niente più.
Il problema è la meteoropatia. Questi sbalzi d'umore profondi e ravvicinati non aiutano di certo. E' facile perdere i riferimenti e lasciarsi andare a un tedio pericoloso e inutile. Ma questa settimana ci sono delle scelte cruciali da fare, ed è essenziale mantenersi lucidi ed attivi. Persino aggressivi, direi.
In fin dei conti posso comunque contare su preziosi momenti di splendida scelleratezza, come ricariche periodiche di energia senza nome. Senza farsi domande, senza immaginare il dopo. Vivendoli, e niente più.
giovedì 15 aprile 2010
oh, reckless abandon
Mi godo mattinate infrasettimanali di beata tranquillità, a leggere o prendere il sole, con una serenità che non capitava da un po'. Le jeux sont fait, non mi resta che attendere.
Ieri puntatina a Milano per il primo giorno di Fuorisalone. Quanto mi piace... Continuo a pensare che il connubio Statale-Interni funzioni alla grande: passeggiare per i cortili illuminati da funghetti fluo o strani veli bianchi in mezzo a centinaia di visitatori non è cosa da tutti i giorni. Riguardo al trafiletto del Corriere di ieri sulle proteste degli studenti: hanno ragione a dire che l'Università meriterebbe la stessa cura e attenzione durante il resto dell'anno, ma se a loro non frega nulla di design sono fattacci loro, continuino pure a viversi l'università come un take-away di corsi ed esami.
Detto questo: voglio la mini-Spa doccia+sauna+hammam di Jacuzzi. Me la merito!
---
Sweet disposition
Never too soon
Oh reckless abandon,
Like no one's watching you
A moment, a love
A dream, a laugh
A kiss, a cry
Our rights, our wrongs
Just stay there
Cause I'll be comin' over
While our bloods still young
It's so young, it runs
Won't stop til it's over
Won't stop to surrender
(dovevo metterla da qualche parte, mi sta ossessionando)
Ieri puntatina a Milano per il primo giorno di Fuorisalone. Quanto mi piace... Continuo a pensare che il connubio Statale-Interni funzioni alla grande: passeggiare per i cortili illuminati da funghetti fluo o strani veli bianchi in mezzo a centinaia di visitatori non è cosa da tutti i giorni. Riguardo al trafiletto del Corriere di ieri sulle proteste degli studenti: hanno ragione a dire che l'Università meriterebbe la stessa cura e attenzione durante il resto dell'anno, ma se a loro non frega nulla di design sono fattacci loro, continuino pure a viversi l'università come un take-away di corsi ed esami.
Detto questo: voglio la mini-Spa doccia+sauna+hammam di Jacuzzi. Me la merito!
---
Sweet disposition
Never too soon
Oh reckless abandon,
Like no one's watching you
A moment, a love
A dream, a laugh
A kiss, a cry
Our rights, our wrongs
Just stay there
Cause I'll be comin' over
While our bloods still young
It's so young, it runs
Won't stop til it's over
Won't stop to surrender
(dovevo metterla da qualche parte, mi sta ossessionando)
sabato 10 aprile 2010
no time to think (of consequences)
Sono E S A U S T A.
Talmente stanca che non riesco nemmeno a dormire (sensazione odiosa). Ma contenta di essere sopravvissuta finora.
E nelle ultime ore ho scoperto di essere in grado di mascherare benissimo la mia antipatia per il 99% della popolazione sotto un'efficientissima faccina accondiscendente.
Può sempre tornare utile :)
Talmente stanca che non riesco nemmeno a dormire (sensazione odiosa). Ma contenta di essere sopravvissuta finora.
E nelle ultime ore ho scoperto di essere in grado di mascherare benissimo la mia antipatia per il 99% della popolazione sotto un'efficientissima faccina accondiscendente.
Può sempre tornare utile :)
giovedì 1 aprile 2010
Ad esempio
Ian McEwan, Chesil Beach. Le duplici speranze, il peso dei silenzi e delle incomprensioni.
Qui: un pomeriggio di pioggia incessante. Una porta socchiusa che cerco di far restare tale. Pensieri freschi da considerare con pazienza. Confidenze rubate, forse nuove, forse no.
Io faccio del mio meglio.
Qui: un pomeriggio di pioggia incessante. Una porta socchiusa che cerco di far restare tale. Pensieri freschi da considerare con pazienza. Confidenze rubate, forse nuove, forse no.
Io faccio del mio meglio.
mercoledì 17 marzo 2010
Lista della spesa
Procurarsi: 300 g di concentrazione, una confezione di ottimismo, due barattoli di buona volontà, un sacchetto di distrazioni (quelle buone però), 1.5 lt di menefreghismo, un pacco famiglia di pazienza e, possibilmente, un campioncino omaggio di fortuna.
Per un po' dovrebbe bastare.
Per un po' dovrebbe bastare.
martedì 16 marzo 2010
Shutter Island (2010)
L'indagine sulla sparizione di una paziente/detenuta da un istituto psichiatrico criminale è l'incarico ideale per Teddy Daniels (Leonardo Di Caprio). Un'occasione unica per mettere piede sui tetri scogli di Shutter Island e fare luce su una vicenda parecchio intricata, che si intreccia paurosamente con i fantasmi del passato dello stesso giovane detective. Affiancato dal solidale Chuck (Mark Ruffalo), Tedd deve ricorrere a tutta la sua testarda risoluzione per onorare la ricerca della verità, ostacolata da una violenta tempesta che minaccia i contatti con la terraferma e dalla sinistra omertà del personale sanitario, psichiatri e infermieri troppo gelosi dei loro segreti professionali per non suscitare sospetti. Scorsese si avventura in un territorio insolito, tracciando una linea narrativa sul filo del rasoio tra realtà e immaginazione. L'ambientazione in un microcosmo di follia, dove non ha più senso distinguere il normale dall'insolito, è resa ancora più inquietante da un crescendo di allucinazioni e incubi che traggono linfa dai traumi e dal precario stato di salute del protagonista, fino a giungere alla seconda parte del film, dove le coordinate di realtà implodono definitivamente. Un film magistralmente diretto e scenicamente impeccabile, la cui forza risiede anche nella credibilità delle interpretazioni. Se proprio vogliamo trovargli un difetto, il dosaggio dei momenti onirici risulta talvolta eccessivo nella prima metà del film, mentre è perfettamente giustificato man mano che ci si avvicina al finale destabilizzante. A fianco del discorso sottointeso sulla relatività di sanità e follia, il dipanarsi della trama apre rilevanti interrogativi morali ("Cosa sarebbe peggio, vivere da mostro o morire da uomo buono?") che istituiscono un parallelo tra i crimini nazisti e i rischi che questi vengano ripetuti in nome della ricerca scientifica. Ma Scorsese è ben lontano da propinarci una lezioncina, preferendo invece regalarci due ore e mezza di affascinante inquietudine.
(Contenta di non averlo visto a casa da sola...)
(Contenta di non averlo visto a casa da sola...)
mercoledì 10 marzo 2010
ho scoperto david foster wallace
L'ho avvicinato con una raccolta di racconti, La ragazza con i capelli strani. Di solito non prediligo i racconti brevi: richiedono uno sforzo più intenso per entrare nelle storie che si aprono e abbandonare quelle che si chiudono. Ma qui la fatica è ripagata abbondantemente. Una scrittura nitida, graffiante, disarmante nella sua onestà. Difficilissima da descrivere (ma che senso avrebbe, poi?).
Poi scopro che è riconosciuto come un genio della nuova generazione di scrittori americani. Che il suo capolavoro ha 1400 pagine (e sarà presto nelle mie mani). E che si è suicidato due anni fa.
E' un peccato iniziare a conoscere un autore quando si sa la sua opera è già stata scritta interamente, definitivamente.
Poi scopro che è riconosciuto come un genio della nuova generazione di scrittori americani. Che il suo capolavoro ha 1400 pagine (e sarà presto nelle mie mani). E che si è suicidato due anni fa.
E' un peccato iniziare a conoscere un autore quando si sa la sua opera è già stata scritta interamente, definitivamente.
martedì 9 marzo 2010
Alice in Wonderland (2010)
Non so se sia colpa dell'hype mondiale, delle aspettative eccessive o del peso di nomi come Burton, Depp e Lewis Carroll. Ma di certo Alice in Wonderland è una delusione colossale.
L'invito a seguire un'Alice cresciuta, infelice promessa sposa, correre dietro al Bianconiglio e ritrovarsi di nuovo nel mondo all'incontrario dei suoi sogni da bambina, non ha certo l'appeal della fiaba originale e nemmeno dell'incantevole film d'animazione che Disney ne aveva tratto nei primi anni Cinquanta. Ci si affida a una zoppicante formula di sequel, dietro alla quale però si nasconde un pasticcio informe, in cui riconosciamo solo i nomi e le sembianze dei vecchi personaggi, come pallide comparse in un parco a tema. Svanita l'aura di geniale nonsense che accompagnava creature, invenzioni, dialoghi e giochi di parole, rimane una trama ordinaria da avventura fantasy per ragazzi, con echi dal Mago di Oz e ingenti prestiti dalle Cronache di Narnia. E' difficile anche trovare un messaggio edificante: lo spensierato invito alla follia e al sogno senza freni fa fatica a uscire dalle frasi dei personaggi e pervadere il resto del film. Chi attendeva grandi cose dal connubio tra il capolavoro vittoriano di Lewis Carroll e l'immaginario dark di Tim Burton, si è trovato davanti un film sì curato dal punto di vista visivo, ma senza idee particolarmente geniali, e ulteriormente appesantito da un uso troppo mercenario del 3D.
Forse è vero che tornare da adulti nel Paese delle Meraviglie non fa più lo stesso effetto.
L'invito a seguire un'Alice cresciuta, infelice promessa sposa, correre dietro al Bianconiglio e ritrovarsi di nuovo nel mondo all'incontrario dei suoi sogni da bambina, non ha certo l'appeal della fiaba originale e nemmeno dell'incantevole film d'animazione che Disney ne aveva tratto nei primi anni Cinquanta. Ci si affida a una zoppicante formula di sequel, dietro alla quale però si nasconde un pasticcio informe, in cui riconosciamo solo i nomi e le sembianze dei vecchi personaggi, come pallide comparse in un parco a tema. Svanita l'aura di geniale nonsense che accompagnava creature, invenzioni, dialoghi e giochi di parole, rimane una trama ordinaria da avventura fantasy per ragazzi, con echi dal Mago di Oz e ingenti prestiti dalle Cronache di Narnia. E' difficile anche trovare un messaggio edificante: lo spensierato invito alla follia e al sogno senza freni fa fatica a uscire dalle frasi dei personaggi e pervadere il resto del film. Chi attendeva grandi cose dal connubio tra il capolavoro vittoriano di Lewis Carroll e l'immaginario dark di Tim Burton, si è trovato davanti un film sì curato dal punto di vista visivo, ma senza idee particolarmente geniali, e ulteriormente appesantito da un uso troppo mercenario del 3D.
Forse è vero che tornare da adulti nel Paese delle Meraviglie non fa più lo stesso effetto.
giovedì 4 marzo 2010
"I am your passenger"
Sentirsi passeggeri delle vite degli altri. Ma se iniziassi a guidare io?
Here I lay
Still and breathless
Just like always
Still I want some more
Mirrors sideways
Who cares what's behind
Just like always
Still your passenger
Chrome buttons, buckles and leather surfaces
These and other lucky witnesses
Now to calm me
This time won't you please
Drive faster
Roll the windows down
This cool night air is curious
Let the whole world look in
Who cares who sees anything
I'm your passenger
I'm your passenger
Drop these down and
Put them on me
Nice cool seats
There to cushion your knees
Now to calm me
Take me around again
Just don't pull over
This time would you please drive faster
Roll the windows down
This cool night air is curious
Let the whole world look in
Who cares who sees what tonight
Roll these misty windows down
To catch my breath
And then go and go and go just drive me
Home and back again
Here I lay just like always
Don't let me go
Take me to the edge
(Deftones ft. Maynard - Passenger)
Here I lay
Still and breathless
Just like always
Still I want some more
Mirrors sideways
Who cares what's behind
Just like always
Still your passenger
Chrome buttons, buckles and leather surfaces
These and other lucky witnesses
Now to calm me
This time won't you please
Drive faster
Roll the windows down
This cool night air is curious
Let the whole world look in
Who cares who sees anything
I'm your passenger
I'm your passenger
Drop these down and
Put them on me
Nice cool seats
There to cushion your knees
Now to calm me
Take me around again
Just don't pull over
This time would you please drive faster
Roll the windows down
This cool night air is curious
Let the whole world look in
Who cares who sees what tonight
Roll these misty windows down
To catch my breath
And then go and go and go just drive me
Home and back again
Here I lay just like always
Don't let me go
Take me to the edge
(Deftones ft. Maynard - Passenger)
mercoledì 3 marzo 2010
profeti pendolari
Un amabile vecchino, stile nonno da pubblicità, seduto di fronte a me sul treno:
(guardando la prima pagina del giornale locale): Ancora licenziamenti... Oh, santo cielo, dove stiamo finendo.
...
E poi questi terremoti, tutte le catastrofi... Qua mi sa che la fine è vicina! (ridacchia)
...
(alzandosi e guardando me e il ragazzo seduto di fianco) Beh, devo proprio fare gli auguri a voi giovani. Perché, in fondo... voi avete tutto, ma in realtà non avete proprio niente.
Saluta e scende.
Bello iniziare la giornata con un incoraggiamento positivo!
Crisi di qua, crisi di là... rivendico il diritto a ritagliarmi la mia personale crisi privata.
(guardando la prima pagina del giornale locale): Ancora licenziamenti... Oh, santo cielo, dove stiamo finendo.
...
E poi questi terremoti, tutte le catastrofi... Qua mi sa che la fine è vicina! (ridacchia)
...
(alzandosi e guardando me e il ragazzo seduto di fianco) Beh, devo proprio fare gli auguri a voi giovani. Perché, in fondo... voi avete tutto, ma in realtà non avete proprio niente.
Saluta e scende.
Bello iniziare la giornata con un incoraggiamento positivo!
Crisi di qua, crisi di là... rivendico il diritto a ritagliarmi la mia personale crisi privata.
domenica 28 febbraio 2010
365 giorni dopo
E' possibile divorarsi così? Mi vengono in mente le stelle che implodono su se stesse perché la forza di gravità del loro nucleo è talmente gravosa da farle collassare. Preferirei di gran lunga disgregarmi lentamente e disperdermi nei dintorni in piccoli frammenti.
Dirigere tutti i cinque sensi all'esterno e ripristinare l'antica, insaziabile curiosità. Solo così ci si può evolvere. Basta scavare, ora voglio scalare.
Considerazioni obbligate in una giornata grigia che più grigia non si può, quando negli ultimi giorni mi ero rallegrata per un sole primaverile e un'aria di deciso cambiamento. Se non altro il grigio oggi non è (o non dovrebbe essere) smog: auto ferme dalle 9 alle 18.
Ho un bel ricordo delle domeniche a piedi, quando cadevano in giornate di sole a primavera inoltrata e allora si rispolveravano le biciclette per piacevoli pedalate con tutta la famiglia lungo le strade deserte. Però così, insomma... c'è poco gusto. Sorvolando sulla completa inutilità di fermare le auto per poche ore quando tutto il resto della settimana è un continuo riversare veleni nell'aria (esattamente come nel Lambro). Se almeno fossimo a Milano, mi piace pensare che si prenderebbe il tram per andare a vedere una mostra (scontata!). Invece sono qui, perciò aspetterò che scatti la fatidica ora-aperitivo, quando tutte le tensioni magicamente si dissolvono, e nel frattempo metterò in pratica i piani dicuisopra.
Dirigere tutti i cinque sensi all'esterno e ripristinare l'antica, insaziabile curiosità. Solo così ci si può evolvere. Basta scavare, ora voglio scalare.
Considerazioni obbligate in una giornata grigia che più grigia non si può, quando negli ultimi giorni mi ero rallegrata per un sole primaverile e un'aria di deciso cambiamento. Se non altro il grigio oggi non è (o non dovrebbe essere) smog: auto ferme dalle 9 alle 18.
Ho un bel ricordo delle domeniche a piedi, quando cadevano in giornate di sole a primavera inoltrata e allora si rispolveravano le biciclette per piacevoli pedalate con tutta la famiglia lungo le strade deserte. Però così, insomma... c'è poco gusto. Sorvolando sulla completa inutilità di fermare le auto per poche ore quando tutto il resto della settimana è un continuo riversare veleni nell'aria (esattamente come nel Lambro). Se almeno fossimo a Milano, mi piace pensare che si prenderebbe il tram per andare a vedere una mostra (scontata!). Invece sono qui, perciò aspetterò che scatti la fatidica ora-aperitivo, quando tutte le tensioni magicamente si dissolvono, e nel frattempo metterò in pratica i piani dicuisopra.
giovedì 25 febbraio 2010
avrei preferito ritornare con qualcosa di più incoraggiante
La dura verità? Vivo in un paese dove qualcuno versa deliberatamente tonnellate di petrolio nei fiumi.
Come se non ci fossero già abbastanza problemi. L'economia che va a rotoli, niente lavoro per nessuno, meno che meno per i giovani, un livello di cultura e morale collettiva in caduta libera, l'inquinamento, la corruzione, i principelli che si pavoneggiano dal palco dell'ipocrisia nazionale...
E lo sconforto generale fa da sfondo al mio tetro divincolarmi nella noia in attesa di un'Opportunità che non arriva.
Seriamente indecisa se infuriarmi con tutte le mie forze o scuotere la testa sconsolata.
Oppure, semplicemente, riesumare un'altra briciolina di speranza.
Come se non ci fossero già abbastanza problemi. L'economia che va a rotoli, niente lavoro per nessuno, meno che meno per i giovani, un livello di cultura e morale collettiva in caduta libera, l'inquinamento, la corruzione, i principelli che si pavoneggiano dal palco dell'ipocrisia nazionale...
E lo sconforto generale fa da sfondo al mio tetro divincolarmi nella noia in attesa di un'Opportunità che non arriva.
Seriamente indecisa se infuriarmi con tutte le mie forze o scuotere la testa sconsolata.
Oppure, semplicemente, riesumare un'altra briciolina di speranza.
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